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Editoriali | Eduardo Nappi | 11 Settembre 2018
L'archivio ricordato
da un bancario
L'archivio ricordato da un bancario
Negli editoriali pubblicati da Meridonare non mi sono mai presentato ed oggi colgo l'occasione per farlo, parlando della grande Istituzione della quale faccio parte da moltissimi anni. A 80 anni respiro ancora con gioia l'aria delle oltre trecento stanze che compongono l'Archivio Storico della Fondazione Banco di Napoli. L'importanza dell'Archivio è rappresentata soprattutto dalle bancali, che possono essere paragonate agli assegni circolari ed agli assegni di conto corrente attuali. Sulle bancali veniva trascritta la causale del pagamento per cui per oltre cinque secoli possiamo conoscere la storia dei prezzi, in quale anno fu pagato un artista per l'esecuzione di un quadro, di una statua e chi commissionò l'opera. Interessantissimi risultano i pagamenti per opere caritatevoli quali il riscatto degli schiavi, i maritaggi alle ragazze povere, l'aiuto ai carcerati. Non mancano i pagamenti per la costruzione di strade, di palazzi, per spese militari, risarcimenti di stupri, riscatti pagati per liberare uomini rapiti da banditi. Il più antico e grande archivio storico economico del mondo si presentò a me il 5 maggio 1963. Infatti, in quella data, per meriti sportivi, fui trasferito all'Archivio in via Tribunali. In breve tempo m'innamorai di quell'enorme fabbricato nel quale avevano lavorato famosi artisti: gli architetti Conforto, Sanfelice, Barba; i pittori Giordano, Solimena, Diana e poi organari, pipernieri, stuccatori di grande abilità. Ben presto, però, m'innamorai anche della massa di documenti accatastati alla rinfusa e che dovevano essere ordinati. A partire dal 1958 erano già stati inventariati, per quantità, i documenti dei banchi del Popolo e dello Spirito Santo ed era cominciato anche l'ordinamento del banco di San Giacomo. Incontrai tra il personale uomini tutti più anziani di me, che mi aiutarono nel lavoro e soprattutto mi insegnarono a ‘saper vivere’. Iniziai ben presto, a dirigere i lavori di ordinamento dei documenti, che da quel momento ebbero una conservazione più facile per la consultazione. Iniziai anche ad affiancare gli studiosi in Sala Studio, ai quali davo consigli ed indicazioni per le loro ricerche. Dopo sessant’anni è stata inventariata tutta la documentazione fino agli anni che può essere data in consultazione. Non a caso dal 2004, dopo sette anni di pensionamento, fui richiamato in servizio, a contratto, per terminare l'inventariazione di tutta la documentazione. Grazie agli studiosi che ho seguito negli anni, la mia cultura è cresciuta sempre di più, dovendo interessarmi del periodo da loro studiato e della documentazione bancaria che poteva essere utile. La sala studio dell'Archivio storico della Fondazione è frequentata annualmente da oltre 4.000 studiosi. Come responsabile dell'Archivio ho contatti con studiosi che da tutto il mondo chiedono notizie per i loro studi.
Grazie all'Archivio ho dato alle stampe circa novanta pubblicazioni, tra cui quella scritta con Domenico Demarco, che ha permesso al Banco di Napoli di fregiarsi del titolo di più antica banca del mondo, avendo provato, attraverso la ricerca, che la Casa Santa dell'Annunziata, presso la quale nacque uno degli otto banchi pubblici napoletani, eseguiva operazioni bancarie già a partire dal 1463 (1), la pubblicazione contenente notizie sulle opere che si ammirano nella cappella Sansevero (2) e quella relativa alla peste del 1656 (3).
Grazie sempre all'Archivio, ho ricevuto, per meriti culturali, a 46 anni, il titolo di Cavaliere per una ricerca sulla Società degli economisti creata a Napoli da Carlo di Borbone, che successivamente il grande re, istituì anche in Spagna.
Dopo tanti anni posso dire con orgoglio di aver svolto un buon lavoro, grazie soprattutto alla passione e all'amore per le ‘carte’.
1) Domenico Demarco - Eduardo Nappi, Nuovi documenti sulle origini e sui titoli del Banco di Napoli, in “Revue Internationale d'Histoire de la Banque”, 30-31, 1985.
2) E. Nappi, Dai numeri la verità. Nuovi documenti sulla famiglia, i palazzi e la Cappella dei Sansevero, Napoli 2010.
3) E. Nappi, Aspetti della società e dell'economia napoletana durante la peste del 1656. Edizioni del Banco di Napoli, Napoli 1980.


Archivio storico del Banco di Napoli, Banco del Santissimo Salvatori, locali prima e dopo l'ordinamento






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